domenica 22 aprile 2012

Intervista a Luigi Pane, vincitore della sezione Racconti del concorso Casa Sanremo Writers




    Lei è uno dei partecipanti al premio Casa Sanremo Writers, con quale opera ha partecipato? Come è nata l’idea di partecipare al concorso?

Il racconto con cui ho partecipato al concorso si intitola "Respira" ed è una storia che ha come protagonista una famosa rockstar. Mi piaceva l'idea di partecipare a Casa Sanremo Writers con una storia che avesse questo tipo di personaggio, per ovvie affinità con l'atmosfera in cui si è svolta la rassegna.

        Innanzitutto, se me lo concede le chiederei di dirci qualcosa su di lei,  per conoscerla. Da dove viene, che fa nella vita …

Sono Luigi Pane e sono nato trentun anni fa a Sorrento, che è un posto magico, quasi incantato, che ti lega a sè profondamente. Non a caso si dice fosse il luogo dove anticamente le sirene ammaliavano i marinai con il loro canto impedendogli di proseguire il proprio viaggio, facendo dimenticare loro di avere un'altra meta, come se fossero quelle le ultime coste dove approdare.  Forse parte di quella magia è ancora disseminata tra quelle rive. Io all'età di 18 anni ho creduto giusto però lasciare la mia bella riviera per la Capitale, dove ho cercato di inseguire i miei sogni. In parte ci sono riuscito. Mi sono laureato in Storia del Cinema ed ho lavorato come assistente alla regia per il cinema ed importanti fiction televisive, per poi passare dal set alla scrittura che è il . Attualmente scrivo per Un posto al Sole, ma all'occorrenza vivo ancora il set dove curo delle regie mie. Ho infatti appena terminato le riprese di un videoclip.

                 Ci può dire qualcosa della sua opera?

"Respira" nasce grazie alla rivista "fattitaliani" che mi ha dato l'opportunità di scrivere per la sua rubrica "Canzonando, uno scrittore, una canzone"; da un incipit creato dalla frase di una canzone celebre si scrive una storia. A me è capitata "La donna Cannone" di Francesco de Gregori, che guarda caso è uno dei miei autori preferiti.
Si parla del potere della musica, quello vero, che spesso viene schiacciato e viziato dalle leggi del mercato, di sogni, di speranze, di come sia difficile trovare il proprio posto in questo mondo frenetico e moderno, di come sia complesso oggi far arrivare agli ascoltatori il proprio messaggio, la propria voce al di fuori dei filtri di internet, tv, cellulari e quant'altro.  Tutti mezzi che dovevano ampliare la comunicazione, renderla libera e renderci liberi, innalzare il nostro livello culturale.  Ma, questo è un mio modesto parere, non è andata del tutto così.

                 È molto che scrive? Da cosa è nata l’esigenza di scrivere?

Sinceramente  non so rispondere a questa domanda. E' come se mi si dicesse, perché hai sete? Ho sete perché devo bere per sopravvivere. E' un istinto primordiale alla sopravvivenza.
Prendo in prestito le risposte di due grandi autori a cui è stata fatta la medesima domanda e che hanno saputo essere più pronti e riflessivi di me:
PAULO COELHO: scrivo per essere amato.
FABRIZIO DE ANDRE': scrivo per paura che si perda il ricordo di me o delle persone di cui scrivo. O anche solo per essere protetto da una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile…

                 Che effetto ha avuto e ha la scrittura sulla sua vita? La rende migliore o peggiore?

Mi auguro la renda migliore. Ma sinceramente è una cosa che non mi interessa. Spero solo di poter continuare a scrivere e magari riuscire a dare un pizzico di emozione a chi capita di leggere qualcosa di mio. Sarebbe davvero il massimo.

                 Come percepisce lei l’esercizio letterario, cioè che ruolo ha la letteratura nel mondo moderno?

La letteratura in sè ha un potere enorme. Accresce il pensiero, stimola le idee, monta e smonta punti di vista. Come canta Vecchioni "conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero". Non è solo creando jet sempre più sofisticati o connessioni di rete sempre più rapide che l'uomo e la sua mente possono correre più veloce.

                 Se dovesse definire il suo stile con tre o quattro aggettivi, quali userebbe?

Non ne ho la minima idea. 


                 Posso chiedere qual è il suo autore preferito? Qual è il suo ideale letterario?

Non ho un autore preferito nè credo di avere un ideale letterario.  Ci sono però molti scrittori che ritengo aver fondamentalmente contribuito a mostrarmi una direzione nella vita che ho amato percorrere, che mi hanno fatto notare che esiste un sentiero diverso, nascosto nel caos della strada principale.  Tra di essi, senza dubbio Paul Auster, Stephen King, Eugenio Montale.

                 Come percepisce l’attuale scenario letterario italiano? Pensa che ci sia sufficiente attenzione agli esordienti?

Lo scenario letterario, come quello cinematografico e in generale artistico italiano, è assolutamente carente e spoglio, e questo non di certo per mancanza di talenti ma per mancanza di industrie e uomini che investono e credono nella Cultura. Non ci sono più i Feltrinelli di una volta, che pubblicavano Pasternak fregandosene del rischio di liberarlo dai confini oppressivi della Russia comunista, o i produttori come Franco Cristaldi e Antonio Cervi che davano l'opportunità a giovani e talentuosi ragazzi come Tornatore e Bertolucci di esordire dietro una macchina da presa.


                 Cosa si potrebbe fare per migliorare?

Capire che la Cultura non è un optional altamente trascurabile, ma vera forza propulsiva dell'essere umano. Se ciò continuerà a non essere, o a non voler essere capito, sarà questa per noi la più grave causa di recessione, ancor più della crisi economica.

                 Ha nuovi progetti letterari in cantiere?

Alcuni nel cantiere, moltissimi nella mente.

1 commento:

  1. Grande LUIGI! Scrivere fa parte di te, e un giorno magari si andrà al cinema a visionare una tua sceneggiatura!! e ANDIAMO!!!!!

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