lunedì 9 dicembre 2013

CONCORSO "ROMA WRITERS"




Il Premio “Roma Writers” è il premio letterario dedicato alle migliori esperienze della letteratura italiana contemporanea. “Roma Writers” vuole mettere l’accento sugli stili e i registri più raffinati con cui si esprime la nostra letteratura e che, spesso, ancora non sono stati intercettati la cultura dominante.
Si vuol dare uno spazio a poeti, narratori e romanzieri contemporanei, affinché, inviando le loro opere e partecipando alle manifestazioni letterarie connesse al premio, possano esprimere il loro mondo letterario e, con esso, una prospettiva nuova sulla società e la cultura italiana.
I 15 finalisti, 5 per ogni categoria, parteciperanno alla serata di gala, che si svolgerà sabato 1 marzo a Roma, per presentare le proprie opere. Durante la serata verranno premiati i vincitori delle tre categorie e verrà conferito il premio “Roma Writers”.    


REGOLAMENTO


Art. 1 IL CONCORSO
E’ indetto il concorso letterario “Roma Writers” 2014.

Art. 2 PARTECIPANTI e SEZIONI
I partecipanti devono essere scrittori di nazionalità italiana e possono presentare opere edite o inedite scritte in lingua italiana.
Le opere devono essere iscritte ad una delle seguenti sezioni:
Sezione 1. ROMANZO
In questa sezione vengono accolti romanzi editi o inediti a tema libero.
Sezione 2. RACCONTO BREVE
In questa sezione vengono accolti racconti editi o inediti a tema libero dalla dimensione minima di 2 cartelle a quella massima di 10 cartelle.
Sezione 3. POESIA
In questa sezione vengono accolti componimenti poetici editi o inediti a tema libero.

Le opere che non hanno i requisiti per rientrare in una delle categorie sopraelencate, verranno escluse su decisione insindacabile della Giuria.   


Art. 3 INVIO MANOSCRITTI E SCADENZA
I manoscritti vanno inviati esclusivamente in versione digitale, in formato word o pdf, all’indirizzo:
Ai fini dell’ammissione è necessario inserire in oggetto la seguente dicitura: PARTECIPAZIONE ROMA WRITERS.
Nel corpo della mail di devono specificare i seguenti dati:
TITOLO DELL’OPERA, SEZIONE A CUI SI INTENDE PARTECIPARE, NOME, COGNOME, INDIRIZZO, RECAPITO TELEFONICO.
È necessario allegare la scansione dell’attestato di pagamento della quota d’iscrizione.
I manoscritti devono pervenire entro e non oltre il 23 febbraio 2014.


Art. 4 QUOTA DI PARTECIPAZIONE
La quota di partecipazione è di 20€ per ogni sezione per ciascuna opera presentata (nel caso delle poesie una quota permette di inviare fino a 5 componimenti).
La quota serve per coprire le spese di segreteria e amministrative relative al concorso.
Contestualmente all’invio del manoscritto deve esser inviata scansione del versamento della quota d’iscrizione, recante la causa ISCRIZIONE CONCORSO ROMA WRITERS, intestato a:
QULTURE EDIZIONI di Pierpaolo Grezzi
IBAN:  IT 43 E 05696 03205 000007838X79
presso BANCA POPOLARE DI SONDRIO
AGENZIA N. 5 - ROMA

Art. 5 LA GIURIA
La Giuria designata dalla redazione di Qulture Edizioni esaminerà e valuterà i testi ricevuti, al fine di individuale le quindici opere che andranno a Roma per le selezioni finali. Tra i quindici finalisti verranno scelte le tre opere vincitrici delle sezioni ROMANZO, RACCONTO, POESIA. Tra queste tre verrà poi scelta l’opera vincitrice del premio ROMA WRITERS. La Giuria si riserva, inoltre, di attribuire una o più segnalazioni speciali, riservate ad opere ritenute particolarmente meritevoli. 
Il giudizio della Giuria è insindacabile.

Art. 6 I PREMI
Le migliori 15 opere verranno segnalate per le selezioni finali di Roma, che si svolgeranno all’interno della Rassegna Letteraria  Roma Qultura, presso l’esclusivo salotto culturale “The Apartment” di Roma ,.
Ognuno dei 15 finalisti parteciperà all’eventi letterario in programma, presentando la propria opera.
Ciascuno di essi vincerà quindi la possibilità di presentare il suo lavoro alla stampa, agli editori, ai critici, agli artisti e agli appassionati presenti.
Oltre alla presenza all’interno della rassegna, ad ogni finalista  verrà riservata un’intervista per PAROLE LETTERARIE (www.paroleterrararie.blogspot.com) e una recensione su LIBRI DI LETTERATI (www.libridiletterati.wordpress.com).
Tra i 15 finalisti verrà selezionato il vincitore.
In caso di opera inedita, il PRIMO PREMIO consiste:
-          in un contratto d’esclusiva con la casa editrice Qulture Edizioni, per la pubblicazione, distribuzione e promozione della propria opera;

-          nella partecipazione alla serata finale di “Roma Writers”. 
In caso di opera edita, il PRIMO PREMIO consiste:
-          nella realizzazione e la diffusione di contenuti multimediali per la promozione del libro:
·         Ufficio stampa;
·         Una video-intervista all’autore;
·         Una presentazione a Roma.

-          nella partecipazione alla serata finale di Roma Writers. 

Art. 7 NOTIFICA DEI RISULTATI
L’elenco dei 10 segnalati verrà pubblicato sul sito di Qulture Edizioni (www.qulture.it) e sul Blog di ROMA WRITERS (www.sanremowriters.blogspot.com) entro sabato 22 febbraio 2012. I segnalati riceveranno comunicazione, con relativa motivazione, all’indirizzo e-mail fornito nella scheda d’iscrizione.
Il nome del vincitore del Primo Premio sarà comunicato entro le ore 17.00 del mercoledì precedente l’inizio del Festival di Sanremo, attraverso una comunicazione diretta all’interessato e, via mail, ai segnalati.

Art. 8 TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Con l’iscrizione al concorso Casa Sanremo Writers, i partecipanti autorizzano gli organizzatori ad utilizzare i propri dati personali per gli scopi relativi alla valutazione e alla diffusione delle opere letterarie presentate.
L’uso delle informazioni private avverrà ai sensi della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali.


lunedì 4 novembre 2013

GIORGIO ALBERTAZZI IN "LEZIONI AMERICANE" DI CALVINO



Uno straordinario Giorgio Albertazzi porta in scena le "Lezioni americane" di Italo Calvino, al Teatro Ghione. Si tratta di un vero e proprio viaggio nei meandri della letteratura, in cui Albertazzi - nei panni di un Calvino moderno - interpreta Dannunzio, Dante, Sheakspeare, e altri grandi della letteratura.

Le lezioni americane sono delle conferenze scritte nel 1985 da Calvino per le 'Charles Eliot Norton Poetry Lectures' della Harvard University. L'invito fu un vero e proprio evento: Calvino sarebbe stato il primo italiano a tenere quelle conferenze che avevano già avuto come protagonisti le più grandi personalità della letteratura mondiale: T.S.Eliot, Stravinsky, Borges, Northrop Frye, Octavio Paz. Sfortunatamente lo scrittore morì qualche mese prima della partenza per l'America e le Lezioni restarono allo stato di manoscritto.
Alcuni anni dopo, sua moglie, Ester Calvino, le fece pubblicare sotto il titolo di 'Lezioni americane - Six memos for the next millenium' (sei proposte per il prossimo millennio). In realtà le lezioni sono cinque, ma Calvino doveva scrivere in America la sesta, della quale conosciamo solo il titolo: 'Consistenza'. "Vorrei dedicare le mie conferenze a certi valori, a certe qualità, o certe specificità della letteratura che mi sono particolarmente care, cercando di inserirle nella prospettiva del prossimo millennio", dichiarava Calvino nella sua introduzione. La Leggerezza, la Rapidità, L'Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità; cinque valori da approfondire da un punto di vista letterario certo, ma anche come elementi del nostro vivere quotidiano.

INTERVISTA A LUIGI PANE





Innanzitutto complimenti per il riconoscimento al premio ProArte di New York. Sei appena rientrato dalla Grande Mela, ci vuoi raccontare qualcosa di questa esperienza?

Sarò banale, ma altre parole non trovo se non dire che è stata un’esperienza di un’emozione grandissima ed indimenticabile. Mentre ero in areo diretto verso l’America o mentre respiravo l’atmosfera delle strade di New York, pensavo spesso tra me e me e mi dicevo con incredulità, “Cavolo, sto andando, sono qui, per ricevere un riconoscimento per il mio lavoro letterario”! Mi sono sentito un po’ come i miei eroi della letteratura e del cinema, ed è stata una sensazione unica. E poi la cerimonia di premiazione all’Ambasciata Italiana con il Console Natalia Quintavalle, o la mattinata in cui sono stato invitato a sfilare alla parata del Columbus Day, riscoprendo un orgoglio nazionale che qui in patria è decisamente sopito ed affievolito… insomma, una centrifuga di emozioni dalla quale ancora non mi sono ripreso del tutto! Ringrazio Michele Centorrino, il Forum Nazionale dei Giovani, e tutto lo staff del premio ProArte che hanno creduto in me e mi hanno conferito questo importantissimo riconoscimento, oltre a permettere al mio libro di varcare l’Oceano.

Il tuo romanzo "Ombre" è uscito da pochissimo e già è stato premiato. Che tipo romanzo è? Di che parla?

È un noir sulla scrittura, che parla dello scrivere, o del non scrivere. Lucio Spanna è un romanziere famoso che non si trova più a suo agio in un mondo dove la scrittura conta sempre meno, dove le persone non leggono quasi più e scrivono ancora più raramente, se non nei linguaggi sgrammaticati degli sms o di WhatsApp, dove il linguaggio è destrutturato, ridotto a semplice e sgangherato mezzo di comunicazione e si avvicina sempre di più ad un protolinguaggio primitivo che alla nostra bellissima ed illustre madrelingua.
In questo desolante contesto, il nostro protagonista cerca di resistere come può, rintanandosi sempre di più dietro la trincea del suo mestiere, quello dello scrittore, forse l’unica cosa che sa fare davvero bene nella sua vita e che per tanto tempo lo ha fatto sentire come una sorta di privilegiato dalla vita. Ma adesso, in questa realtà odierna che lui vive come una vera e propria battaglia, tutto sembra sfuggirgli di mano e divenire incontrollabile, quasi una minaccia; l’amore, l’amicizia, persino il protagonista del suo ultimo romanzo.

Quanto ti assomiglia Lucio Spanna, il protagonista del tuo romanzo?

Per quanto mi riguarda poco e niente. Ma chi mi conosce e ha letto il libro si è divertito a farmi notare tante piccole cose del protagonista che rispecchiano me. Forse hanno ragione, forse no. Magari qualche piccolo “autobiografismo” mi è involontariamente scappato, ma di sicuro non l’ho fatto apposta. Mentre scrivevo di Lucio Spanna non pensavo minimamente a me stesso.

Posso dirti che ci sono molte persone che desidererebbero vivere di scrittura come te... Sei scrittore, sceneggiatore... Vuoi dirci come è nata questa passione?

Non lo so, è nata così, spontanea, senza essere stata piantata… quello che posso dire è che è molto difficile coltivarla e ancora di più farla crescere. L’aria che ha intorno è decisamente non adatta a lei in questo preciso momento storico. Io personalmente per vivere di scrittura faccio una serie di rinunce e sacrifici quotidiani che ho molta paura mi peseranno poi negli anni a venire. Ma non ci posso fare niente. Come scriveva Montale “nulla so rimpiangere”. E per giunta non riesco ad arrendermi.

Come concili la scrittura dei tuoi romanzi con il lavoro da sceneggiatore? Sono due tipi di scrittura molto diverse, vero?

Sono diverse nella forma ma assolutamente uguali nella sostanza. Alla fine è sempre mettere su carta i tuoi pensieri, quello che vuoi o che devi dire.  Ciò che di diverso ha la sceneggiatura rispetto alla narrativa, è che per scriverla bene bisogna necessariamente conoscerne regole e struttura, anche e soprattutto per poi poterle infrangere. Magari se scrittori ci si può anche improvvisare se sia hanno solo un grande talento naturale e tanta immaginazione, a mio avviso sceneggiatore invece no. E guardo con un sorriso chi spesso si autodefinisce tale solo perché ha scritto una sgangherata sceneggiatura di un cortometraggio magari mai nemmeno realizzato. Essere sceneggiatori è una cosa seria che richiede studio e impegno. Io stesso faccio ancora fatica a definirmi con questo termine; ho ancora tanto da imparare ed apprendere.  

Nel tuo libro affronti in pieno la crisi della cultura. In che direzione stiamo andando in Italia secondo te?

In nessuna direzione. È questo il problema. Stiamo andando completamente alla deriva da anni ormai. La Cultura è sempre più considerata dalla classe politica un optional altamente costoso e trascurabile, un qualcosa su cui non vale la pena investire perché, come ha detto qualcuno, non si mangia. Forse noi homini sapiens dovremmo ricordarci qualche volta che se siamo arrivati ad un tale  livello di evoluzione della specie, è perché abbiamo imparato a nutrirci soprattutto col cervello e non solo con lo stomaco. E che la recessione economica di cui tanto si parla e che stiamo vivendo ha forse radici in una recessione culturale paragonabile a mio avviso ai tempi del medioevo. Forse sarò esagerato, ma spesso penso che la crisi economica è solo mancanza di inventiva o di fantasia.
Ogni individuo oggi ha a disposizione computer portatili e smartphone di ultimissima generazione ma a me sembra diventiamo sempre più vicini ai cavernicoli che a persone evolute. Usiamo la potente tecnologia che abbiamo a disposizione per omologarci e farci standardizzare e l’unico grande boom che la massa è riuscita a liberalizzare con il grande potere di internet è stata la pornografia.
Marco Lodoli ha scritto in un recente articolo che siamo tutti sempre più magri, abbronzati e cool, ma presto ci mancheranno perfino le parole per raccontare chi siamo e cosa vogliamo.
Chissà, forse il nostro futuro sarà davvero quello dispotico in cui l’umanità finisce con l’essere schiavizzata dalle stesse macchine che ha creato, come immaginato in Matrix.
Ma, come nella famosa trilogia, mi piace pensare che ci sarà sempre, anche nella peggiore delle ipotesi, un manipolo di uomini valorosi e non omologati, che ragionano con la loro testa e muoveranno per il bene comune contro il sistema.

Un'ultima domanda sul tuo futuro. Che progetti artistici e letterari bollono in pentola?


Tantissimi, pure troppi. È ora di farne uscire qualcuno da sta pentola altrimenti si corre il rischio di farli scuocere a tenerli troppo tempo in ebollizione.