INTERVISTA A SIMONA RENZI, AUTRICE DI "INTERVISTA CON L'ASSASSINA"
Simona, presentando
il libro hai esortato a non fare confusione: qui non si parla di stalking o
almeno non solo…
Infatti, nel mio libro non si
parla solo di questo. E’ la storia di una donna che subisce ogni tipo di
maltrattamento, da quello psicologico a quello fisico, passando anche per lo
stalking. Purtroppo è una storia tristemente comune, consumata come tante altre
dentro le mura domestiche.
Quando si legge un
titolo del genere e la vicenda narrata ha un contenuto così forte viene subito
da chiedersi: quanto c’è di autobiografico nel tuo racconto?
Il racconto è ispirato a una
storia vera…la mia storia! Ho cambiato nomi e luoghi ma ogni episodio di
violenza che descrivo, l’ho vissuto sulla mia pelle. L’assassinio…beh quello
nella realtà non c’è stato, ma nella fantasia ho ucciso più e più volte il mio
“carnefice”. Un atto liberatorio per esorcizzare la paura con la quale convivo,
quella paura che qualsiasi donna che subisce violenza porta dentro il suo
cuore, con la quale impara a relazionarsi ma che non potrà mai cancellare.
“Perché con questa penna ti
uccido quando voglio” scrive Guccini in
una sua bellissima canzone…ecco, scrivere ti regala questa grande possibilità.
Che tipo di
esperienza è stata per te scrivere questo libro?
Quando l’impronta autobiografica
è così predominante, scrivere diventa una sorta di psicoterapia. Ho pianto
scrivendo “Intervista con l’assassina”, sono stata costretta a rivivere ciò che
per anni ho cercato di dimenticare, a fare conto con i “mostri” che avevo
sepolti nel cuore. Ma la voglia di raccontare, di raccontarmi è stata più forte
delle paure…la convinzione che la mia esperienza potrà essere d’aiuto a tante
altre donne, ha fatto il resto.
Ti sei avvicinata
recentemente alla scrittura oppure è un mezzo di espressione che ti appartiene
già da tempo?
Credo che io abbia cominciato a
scrivere ancora prima di parlare. Se devo comunicare un’emozione e renderla
fruibile agli altri, la cosa più naturale per me è metterla sulla carta. E’
bellissimo quando sento che la storia comincia a prendere forma dentro la mia
mente…ho la stessa sensazione che si prova quando si vede l’innamorato, quel
frenetico farfallìo nello stomaco che passa solo quando l’oggetto del desiderio
diventa tuo. E io riesco a possedere queste emozioni solo scrivendole.
Hai una tua routine
per scrivere?
No, non seguo nessuna routine e
nessuno schema. Scrivo di getto, senza ragionarci sopra, comincio e…non ho pace
finché non ho finito. Non ricerco parole forbite o periodi arzigogolati, la mia
è una scrittura semplice, diretta…l’ho definita una “scrittura emotiva” e per
comunicare un’emozione non c’è bisogno di tante parole.
Progetti futuri
legati alla diffusione di un tema così scottante come quello di cui parli nel
libro?
“Intervista con l’assassina” non
avrebbe avuto un senso se fosse rimasto un semplice romanzo, con questo libro volevo
dar voce a chi troppo spesso la voce viene tolta e dare un aiuto concreto.
Questo mio desiderio in parte si è già realizzato, insieme alla Qulture
Edizioni abbiamo deciso di devolvere parte dei proventi del libro al centro
Donna LISA di Roma. I progetti che abbiamo sono invece un po’ più
ambiziosi:presenteremo una proposta di legge, o meglio una modifica
all’attuale, al Parlamento italiano.
Insomma,
continuerete a sentir parlare di noi.
Nessun commento:
Posta un commento