La redazione di Parole Letterarie è diventata partner ufficiale della rassegna letteraria Salotto Qulture.
Seguiremo tutti gli eventi letterari e pubblicheremo approfondimenti, interviste, recensioni sugli eventi e sui libri.
Per chi voglia partecipare alla rassegna con i propri libri o i propri progetti culturali, ci contatti pure.
Parole Letterarie offre un servizio sempre più attento ai suoi lettori!!
La rassegna inizia questo venerdì con la presentazione del libro di Anna Maria Balzano, IL VIAGGIO DI EMILIA, edito da Qulture Edizioni.
L'appuntamento è al Ducati Caffé, via delle Botteghe Oscure 35, Roma.
Reading, musica e aperitivo!!
giovedì 19 gennaio 2012
domenica 8 gennaio 2012
SALOTTO QULTURE, la rassegna letteraria della Capitale
Segnaliamo l'avvio della rassegna lettereraria Salotto Qulture, bella iniziativa della casa editrice romana "Qulture Edizioni".
Molte rassegne letterarie hanno in sé qualcosa di nostalgico, come a voler per forza rispettare certi canoni, con le solite parole, la solita struttura, come se ancora dal pubblico potesse prendere la parola Pasolini o si potesse veder passare Fellini.
Nell'articolo di presentazione della rassegna "Salotto Qulture" sul blog della casa editrice (http://officinequlture.wordpress.com/), si legge che questa iniziativa culturale vuol guardare al futuro, cercare nuove prospettive e nuove visioni. Questo ci sembra molto interessante.
Non è forse questo un tempo per far riemergere dal torpore la figura di un nuovo intellettuale? Di colui che sappia mettere la propria conoscenza al servizio degli altri, o addirittura della collettività?
E' per questo che segnaliamo un tratto di novità nelle intenzioni di questa rassegna, che speriamo non disattenda le aspettative.
Con il nostro in bocca al lupo!
Sandro Minghetti
Molte rassegne letterarie hanno in sé qualcosa di nostalgico, come a voler per forza rispettare certi canoni, con le solite parole, la solita struttura, come se ancora dal pubblico potesse prendere la parola Pasolini o si potesse veder passare Fellini.
Nell'articolo di presentazione della rassegna "Salotto Qulture" sul blog della casa editrice (http://officinequlture.wordpress.com/), si legge che questa iniziativa culturale vuol guardare al futuro, cercare nuove prospettive e nuove visioni. Questo ci sembra molto interessante.
Non è forse questo un tempo per far riemergere dal torpore la figura di un nuovo intellettuale? Di colui che sappia mettere la propria conoscenza al servizio degli altri, o addirittura della collettività?
E' per questo che segnaliamo un tratto di novità nelle intenzioni di questa rassegna, che speriamo non disattenda le aspettative.
Con il nostro in bocca al lupo!
Sandro Minghetti
sabato 7 gennaio 2012
LA SOGLIA DELLA FELICITA', di Carmine Berardo
Proponiamo un interessante romanzo edito da Qulture Edizioni, "La Soglia della Felicità", dell'esordiente Carmine Berardo.
Il romanzo tocca il tema difficile della malattia infantile e pone interrogativi umani e sociali di grande interesse.
Di seguito una sinossi del libro.
Il romanzo “La soglia della felicità” racconta la storia di un genitore che all’improvviso si trova, suo malgrado, ad affrontare la dura esperienza che colpisce sua figlia Bianca a causa dell’epilessia, malattia inizialmente a lui sconosciuta.
La fabula narra il cammino irto di difficoltà che deve percorrere insieme alla moglie ed è costituito da esperienze dolorose, ma soprattutto segnato da assurdi pregiudizi sulla malattia e soprattutto dal senso di solitudine nel quale è costretta a vivere una famiglia alle prese con un’esperienza del genere.
Il protagonista ripercorre il proprio “viaggio nella malattia”, partendo dalla necessità di condividere un percorso esistenziale e nella consapevolezza che esso possa rivelarsi utile per gli altri.
Il racconto appare crudo quando riferisce delle difficoltà iniziali e delle cadute psicologiche dei due genitori, ma al contempo analizza con profonde sequenze riflessive le crepe di una società segnata dalla mancanza di politiche in favore della famiglia e dall’indifferenza rispetto alle difficoltà degli altri come nella costruzione del bene comune.
La storia personale di questo padre parte da un episodio in cui si trova casualmente a soccorrere un ragazzo in preda a forti convulsioni in un paese del Molise e, come in un grande flashback, si snoda nella narrazione del percorso vissuto per condurre, insieme alla moglie Chiara, la sua amata piccola creatura verso una soglia adeguata di felicità. In questa vicenda la vita del protagonista si incrocia con quelle di altri “eroi silenziosi”, ovvero persone incontrate lungo “il viaggio” e dotate di grande umanità. È proprio in questo intreccio che il racconto diventa quasi il “pretesto” per una profonda analisi della società attuale caratterizzata prevalentemente dall’egoismo e dalla mancanza di solidarietà.
C’è nel libro la sofferenza per i momenti più difficili legati soprattutto alle crisi convulsive di Bianca, ma è interessante l’apertura ottimistica del romanzo per un passaggio dalla società dell’individualismo e della diffidenza che abbiamo costruito verso un altro tipo di collettività votata alla solidarietà, alla condivisione ed alla ricerca di una soglia accettabile di felicità per tutti.
Questo per l’autore dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale della vita di ognuno ed è possibile realizzarlo quando, come nella vicenda narrata, si incontrano figure di grande spessore umano e professionale.
“La soglia della felicità” è un romanzo con una trama accattivante ed avvincente, ma è allo stesso tempo un saggio acuto sui problemi della società del nostro tempo.
Il racconto si conclude positivamente nel momento in cui termina il viaggio del genitore nella malattia della figlia ed inizia per lui una nuova vita, vissuta tra l’altro con rinnovato entusiasmo.
Nel prologo, descrivendo l’esperienza della malattia, il protagonista utilizza il termine “viaggio” nella sua accezione più positiva; nel delineare le vicende, poi, prova l’ansia irrefrenabile di scrivere, iniziando così un viaggio terapeutico ed al contempo una sorta di esorcismo, un rito liberatorio dalla paura della malattia, dalla paura di raccontare e dalla paura di non essere capito.
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